All’ombra dei 7 colli nasceva un re. Non sapeva ancora di esserlo ma la sua vita e le sue gesta avrebbero condizionato quelle di molti altri.
Un giorno decise che il suo migliore amico sarebbe stato un oggetto inanimato eppure capace di unire milioni di anime: un pallone. Si disse che era l’unica cosa per cui valesse la pena lottare e sacrificarsi. Tocco dopo tocco, allenamento dopo allenamento, dolori alternate a gioie arrivò a conquistarsi un posto nella storia di quello sport dalle origini antichissime. Dal Giappone alla Grecia attraversando le epoche più oscure è giunto a noi e tra i massimi esponenti sarà impresso, per sempre, il suo nome: Francesco Totti. Una leggenda che non ha mai dimenticato le proprie radici. Con il pallone attaccato agli scarpini ha macinato chilometri e successi restando fedele al Sacro Romano Impero. Ha affrontato detrattori e valorosi guerrieri con armamenti, molto spesso, più imponenti tuttavia non c’è stato nulla da fare perché lui e la sua gente sono stati -e saranno- un tutt’uno difficile da separare, un’anomalia magica nel DNA di un regno in grado di farsi del male e del bene per uno spettacolo atletico. Nonostante le tifoserie è riuscito a farsi amare, apprezzare, stimare e rispettare prima come uomo e, poi, come professionista. Neanche i più grandi registi saprebbero dirigere il film della sua e della nostra vita. Venticinque anni moltiplicati per 90 minuti e passa di ogni esibizione (parlo di esibizione perché vederlo giocare era come andare ad un concerto, assistere ad uno spettacolo teatrale. Se non hai talento non puoi diventare come lui. Certo, esistono calciatori che lavorando sulla tecnica arrivano molto in alto ma senza la scintilla non entri a far parte dell’Olimpo) non basterebbero a comporre uno, due, tre, centomila lungometraggi. Mettere su pellicola cosa ha regalato significherebbe tagliare dei dettagli che non si possono dimenticare: da un pallonetto ad un rigore passando per uno scatto repentino o un’azione di tacco. Sono tanti i momenti che hanno lasciato a bocca aperta ma il tempo è tiranno. Come nelle migliori favole, le peripezie non mancano mai. C’è chi da ranocchio diventa principe e, invece, te da imperatore sei mutato in leggenda. Un mito da tramandare da generazione in generazione. Tutto sommato non male come trasformazione!
Sempre pronto a farsi carico delle responsabilità e degli impegni è stato in grado di scrivere le più belle pagine del calcio mondiale. E poco importa se i riconoscimenti non sono stati quanti sarebbe stato corretto riceverne. Ha scelto una squadra, una maglia e la città eterna ha scelto lui. Ad una settimana di distanza dal tuo arrivederci al campo, l’incredulità è ancora tanta. Per un paese come l’Italia, fatto di allenatori e bar dello sport, sarà complicato non rincontrarti il 20 Agosto 2017. Si dice che i silenzi siano più importanti delle parole perché, a volte, racchiudono i segreti e la paure più nascoste dell’essere umano tuttavia queste righe sono servite a chi scrive per fissare il momento e per poter dire: “Ho vissuto e sognato insieme a te”.
Post Scriptum: Sempre dalla stessa parte mi troverai …
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