Scrivere cos’è se non raccontare lo scorrere del tempo e l’avvicendarsi della vita?
Le storie, inventate o reali, non vanno criticate semmai ascoltate e comprese. La volontà di sviluppare uno spirito critico circa la realtà che ci circonda non è per tutti e neanche per una persona specifica. È lì a disposizione di chi lo riesce a vedere tra le nubi grigie della quotidianità e proprio per questo quando si “sgamano” certe verità, è doveroso farle arrivare a tutti.
Nessuno si senta escluso dalla ferita della camorra perchè cosí come tiene a cuore la disoccupazione e qualunque altro tipo di “negligenza” da parte dello Stato, con lo stesso animo dovrebbe accettare la realtá dei fatti. Si è troppo bravi a nascondersi dietro ad un dito per, poi, puntarlo meschinamente verso chi non accetta di compiacere quel ‘sistema’ che molti, affannosamente, criticano e nessuno mai cerca di scardinare nel profondo. Tanto tempo fa un saggio ha detto: “le parole sono importanti” tuttavia molti se ne dimenticano. Il significato, il valore ed il peso di un libro come di una canzone, di una petizione, di un discorso non vanno gettati al vento poichè dietro ogni vocale e ogni consonante ci sono nottate in cui le insicurezze, le paranoie e I dubbi ti assalgono fino a quasi toglierti il respiro.
Certe notti… si arriva a pensare “Ma chi mo fà fa?”.
Si vivrebbe lo stesso e “nun me facesse o sangue amaro”. Ecco, penso che nella mente di uno scrittore-giornalista come Saviano ci sia anche questo. “Gommorra”, “Zero Zero Zero” e “La Paranza dei bambini” non arrivano per caso, dopo essersi svegliato una mattina con il genio (come si direbbe a dalle mie parti) di infangare la propria gente. Del resto, attualmente, solo un essere umano potrebbe pensare di vivere la propria esistenza in nome della verità e della trasparenza. Eppure c’è chi ci crede ancora, chi non rinuncia a lanciare un amo nel mare nostrum del mutamento che in una regione come la Campania (per non dire tutt’Italia) servirebbe parecchio e ce ne fossero … .